Semplificare. Questo sembrerebbe essere il nuovo motto, in Italia. Ebbene sì, c’è voluta una tragica pandemia per riuscire finalmente a smuovere la pachidermica macchina burocratica italiana.
Tra le misure adottate, la notizia rilevante riguarda Il regime speciale e transitorio “sblocca appalti”, che durerà fino al 31 dicembre del 2021. Per tutto il prossimo anno sarà possibile avvalersi di affidamenti diretti e procedure negoziali semplificate senza bando, sotto e sopra soglia UE, per velocizzare la realizzazione delle opere, a vantaggio di imprese e committenti pubblici, al fine di favorire la ripresa del Paese dopo la crisi indotta dal lockdown, imposto a causa della pandemia da Covid-19. La novità è prevista da una modifica al disegno di legge di conversione del Decreto Semplificazioni, intercorsa durante l’iter parlamentare al Senato.
Nonostante lo sforzo del Governo sia stato sicuramente meritevole, resta però il problema della gestione delle procedure di affidamento e della valutazione documentale dei partecipanti alle diverse modalità di appalto semplificato. Ebbene, la soluzione la offre l’Istituto Italiano Anticorruzione – costituito sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – che suggerisce, per le Società Partecipate, Miste e Fondazioni, un nuovo albo dei fornitori che, tra i requisiti obbligatori per accedere alle gare d’appalto, sia in ambito pubblico che privato, preveda anche il possesso del Rating Reputazionale, con relativo potenziamento a costo zero del Modello di Organizzazione Gestione e Controllo (MOGC) 231/2001.