Sequestro di beni per quasi 5 miliardi di euro, oltre 10.000 imprese attive coinvolte, quasi 200 mila lavoratori e 21 miliardi di euro di produzione, come si evince dal censimento 2017 ad opera di InfoCamere.
Sono questi i dati impressionanti relativi alle imprese sottratte alle mafie da parte della Guardia di Finanza nel solo 2018. Ma come superano il cosiddetto “shock da sequestro” tutte le aziende coinvolte, con la conseguente perdita di valore e gli evidenti ostacoli al loro posizionamento sul mercato che spesso meriterebbero, anche per ragioni di protezione sociale dei lavoratori impiegati?
La risposta è stata fornita a Palermo, dove la Confcommercio ha organizzato il convegno dal titolo «Prevenire le misure di prevenzione» per costruire con il “rating reputazionale digitalizzato” l’esimente delle responsabilità a carico delle imprese – tutelandone così anche soci, amministratori e manager – per illeciti amministrativi correlati a fatti dipendenti da reato. Centrale è risultato il concetto di “legalità conveniente”, che ha ispirato l’alleanza tra Inag (Istituto nazionale amministratori giudiziari), l’associazione professionale Apart – che sotto la vigilanza del ministero dello Sviluppo Economico ha avviato la selezione a numero chiuso di 42mila specialisti della “qualificazione reputazionale documentata e tracciabile” – Crop news onlus, editore del periodico online Crop news, e Federazione consumatori e utenti (Codacons, Codici, Konsumer Italia).
Inag non ha avuto dubbi nell’attingere alla «bonifica di legalità» di filiere produttive e distributive delle imprese liberate dal controllo criminale avviata ad aprile da Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), vigilata dal ministero dell’Interno, nel cui consiglio direttivo sono rappresentati i ministeri Giustizia, Economia e Finanze e la Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha dato il via al Partenariato Pubblico Privato con Apart, Crop news onlus e Federazione consumatori e utenti per l’utilizzo del “rating reputazionale digitalizzato”, integrabile dal “riconoscimento di affidabilità” a garanzia di consumatori e utenti, idoneo a superare il già citato “shock da sequestro”.
Ma la notizia ancor più rilevante è un’altra: il consiglio direttivo dell’Anbsc ha deliberato l’avvio di un case study per il sopracitato “riconoscimento di affidabilità” a un’impresa confiscata in corso di selezione, qualificandone tutta la filiera produttiva e distributiva con i suddetti “rating reputazionali digitalizzati” elaborati dall’algoritmo Mevaluate Holding e pubblicati dal periodico online Crop news (Cronache reputazionali oggettive personalizzate).