Neanche la disabilità è riuscita a fermare l’avidità dell’avvocato quarantacinquenne Serena Grassi dal truffare la malcapitata Randi Ingerman, famosa attrice statunitense residente in Italia dal 1995, come riporta il Corriere della Sera del 3 settembre.
Le avrebbe fatto credere di aver vinto migliaia di euro in cause mai intentate, in particolare in un procedimento instaurato contro «Ubi banca per il ristoro di danni subiti per il mancato oscuramento della segnalazione dalla centrale dei rischi di Banca d’Italia».
La vicenda inizia con un momento di ristrettezza economica dell’attrice, che si rivolge ad un avvocato di sua conoscenza, per seguire la pratica legata alla banca. Da questo momento subentra l’avvocato Grassi che inizia ad assistere la malcapitata. Parlandole di cospicui risarcimenti riesce ad entrare nella sua vita, conquistando la sua fiducia.
Per ispirare ulteriore credibilità, l’avvocato arriva persino a mostrare sentenze, ovviamente falsificate, della causa per cui era stata incaricata. Nessuna parcella chiesta, nessun motivo apparente se non quello di rovinarle l’esistenza, lucrando sulla sua ingenuità. Se non possiamo fidarci persino del nostro avvocato, come possiamo avere fiducia in chiunque debba instaurare con noi una relazione professionale?
Con Crop News non ci sarebbero state finte sentenze con il falso timbro del tribunale perché avrebbero fatto fede solo il Certificato Iscrizione a Ruolo Cause Civili e le eventuali sentenze richieste e ritirate dal Ram – Reputation audit manager su delega dell’avvocatessa che voleva qualificarsi nei confronti dell’attrice Randi Ingerman.
L’obiettivo di Crop News con «Italia Virtute» – strategia nazionale di qualificazione reputazionale digitalizzata, documentata, verificata e tracciabile – è decisamente ambizioso: «far comprendere l’importanza di una società che si basi sui valori di trasparenza, meritocrazia e affidabilità».
By Redazione (Monia Straccia)