Un antidoto contro le fake news? Gli indicatori di fiducia.
Diciamolo chiaro e tondo: se ne sentiva davvero il bisogno. Di cosa? Beh, in epoca di “notizie false e tendenziose” spacciate per vere, di scie chimiche che avvolgono le sinapsi di troppi, di giornalismo degno dei peggiori tabloid di Caracas, uno strumento che faccia chiarezza sulla nascita delle notizie e sul loro grado di affidabilità non può che essere il benvenuto.
Nasce così, da un consorzio di di aziende leader nel settore delle news, il Trust Project. Al suo interno, oltre a media e aziende digitali di diversi paesi, ci sono già Repubblica e La Stampa, ma per ora solo loro. La mission del Trust Project è semplice ma ambiziosa, in questi tempi di scetticismo dilagante: fornire una bussola per orientarsi nel mare di un’offerta di notizie vastissima e troppo spesso ridondante. La soluzione è quindi rendere espliciti i propri standard professionali in nome di un’informazione finalmente tracciabile e che risponda a principi etici precisi, proprio per garantire la veridicità dei contenuti pubblicati. Saranno quindi degli “indicatori di fiducia” ad aiutare ogni lettore a scegliere informazioni di qualità, certificate in base a un codice stilato appunto dai membri del Trust Project e condiviso da tutti i partner.